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    I PARCHI DELLA WEST COAST

    2021-03-30 13:00

    Sara

    Stati Uniti d'America, WEST COAST, stati uniti d'america, parchi americani, grand canyon, monument valley,

    I PARCHI DELLA WEST COAST

    Voglio parlare di un sogno, il sogno americano, ma non quello del mondo platinato di Holywood o della ricerca dell'oro. Il mio sogno americano.

    Il mito americano

    Le lande selvagge e la natura incontaminata

    Voglio parlare di un sogno, il sogno americano, ma non quello del mondo platinato di Hollywood o della ricerca dell'oro nell'era dei pionieri. Il mio sogno americano. Quello della natura, dell'immensità degli spazi, della libertà selvaggia in mezzo a tanto infinito. Voglio raccontare un viaggio che ti entra dentro e che dopo anni continua ad emozionarmi. 

    Sto parlando di quello che è il viaggio per eccellenza: gli Stati Uniti on the road visitando i suoi parchi.

    GRAND CANYON NATIONAL PARK

    Posso tranquillamente affermare che il Grand Canyon è lo spettacolo che in assoluto mi ha meravigliato di più in vita mia.

    Il Grand Canyon National Park è un’immensa gola che si trova nello stato dell’Arizona ed è stato il primo parco visitato nel nostro meraviglioso tour negli States.

    Siamo arrivati nei pressi del parco in tarda mattinata e abbiamo fatto il check in in hotel. Abbiamo soggiornato in uno dei pochi hotel che si trovano poco lontano dall’ingresso, accanto a un paio di ristorantini locali e poco altro. Il bello è questo: ci sono i parchi, l’indispensabile per i visitatori e null’altro, solo la natura. Una natura che cambia spesso, ogni parco è diverso, ogni parco è speciale.

    Per poterlo visitare per bene ci vorrebbe un’intera settimana, per l’estensione del suo territorio.

    Purtroppo abbiamo dedicato solo una giornata ma proprio per questo l’abbiamo assaporata in ogni istante, in ogni angolo, in ogni scorcio. E’ stato come trovarsi in un mondo a sé, un mondo bellissimo, immenso, dove non può esistere nulla di brutto perché la natura crea solo cose meravigliose.

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    Nei parchi americani il costo del biglietto varia in base al tipo di veicolo (ci sono camper, auto, van). Noi avevamo un’auto tipo berlina sportiva a noleggio e all’interno ci si sposta con il proprio mezzo tra i vari punti di osservazione.

    Inutile elencarli tutti, sono uno più stupefacente dell’altro e le parole servono a poco. La cosa certa è che ad ogni sosta, intervallata dai punti di ristoro affiancati da negozi di souvenir, il nostro cuore era sempre più pieno di meraviglia, di sorrisi, di felicità.

    Immagina di trovarti in mezzo ad un infinito territorio dove la terra sembra letteralmente spaccata in tanti pezzi. In mezzo, molto più sotto di te, scorre un fiume e tutto intorno a te il colore rossastro della terra. Non vedi la fine di questo orizzonte ma non fa paura, anzi non riesci a smettere di sorridere per la sorpresa e ti chiedi se davvero esiste un posto cosi bello.

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    Ricordo che ci siamo inoltrati in uno dei tanti sentieri segnalati, che ti permettono di addentrarti più in giù, per immergerti nelle viscere di questo paesaggio...ricordo che abbiamo visitato un piccolo centro informazioni che spiegava l’origine di questo fenomeno. Ricordo che abbiamo scattato centinaia di foto dai punti di osservazione più alti che abbiamo raggiunto e ricordo che abbiamo atteso il tramonto in compagnia di tanti grossi e simpatici scoiattoli, uno dei tramonti più belli che abbia mai visto e che non scorderò mai.

    E’ stato un po’ il rito di quel viaggio: ogni parco un tramonto. Il nostro viaggio tra i parchi americani era appena iniziato e già era scolpito nei nostri cuori.

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    MONUMENT VALLEY

    Sicuramente avrete guardato almeno un film western in vita vostra. Io ne ho visto qualcuno perché mi piace molto questo genere e soprattutto amo la musica country che si associa generalmente a queste zone. Metti anche un marito, grande appassionato di Indiani d’America.

    Ecco che si crea il mix perfetto per un amore a prima vista non appena ci avviciniamo a questa enorme famosissima vallata.

    La Monument Valley è un pianoro di origine fluviale che si trova tra lo stato dell’Arizona e quello dello Utah.

    In questo caso abbiamo soggiornato in un hotel a circa 30 minuti di auto dall’ingresso del parco, perché si tratta di una valle molto isolata e la cittadina più vicina, Kayenta, dista circa 70 km.

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    Già sulla Highway 163 (la strada che conduce alla Monument Valley) siamo circondati un paesaggio talmente particolare e unico che ci lascia fin da subito senza parole. Nella parte finale la strada è leggermente in discesa e sembra quasi di calarsi all’interno man mano che le distanze si accorciano.

    Appena varcato l’ingresso è stato come essere catapultati in uno di quei film western americani: enormi distese di terra e roccia rossa tutto intorno a noi e davanti a noi l’infinito. La valle comprende una riserva Indiana Navajo che abbiamo potuto vedere in parte da vicino, ma non abbiamo voluto inoltrarci per non disturbare la loro privacy.

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    I Navajo attualmente si occupano di tutte le attività all’interno del parco, come vendita di souvenir artigianali o cavalcate e foto in groppa ai loro cavalli. Ne abbiamo approfittato per scattare qualche foto ricordo che conservo ancora orgogliosamente e che seppur per qualche attimo mi hanno regalato una grande emozione.

    Ma ho continuato ad emozionarmi durante tutto il resto della giornata, alla scoperta di tutti i punti di osservazione, chiamati Mesa o Butte a seconda della forma delle rocce. Ognuna ha un nome e ognuna dà alla valle il suo contributo con giochi di ombra, luce e colori che la rendono unica.

    Ci fermiamo in tutti, seguendo la mappa che ci è stata consegnata, con la nostra auto sulla Scenic Drive.

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    Anche qui ci fermiamo fino al tramonto, che ha un sapore unico, dai colori che vanno dal rosa al violetto. Tutte sfumature di un paesaggio quasi marziale. Emozionante. Romantico e indimenticabile.

    Sulla strada del ritorno abbiamo la fortuna di incrociare un coyote, uno dei tanti animali selvatici che vedremo durante il tour.

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    ARCHES NATIONAL PARK

    Anche qui sperimentiamo l’unicità di ogni parco americano: in questo caso la sua originalità sta nella presenza di oltre 200 archi naturali tra cui il famoso Delicate Arch.

    Arriviamo a Moab, graziosa cittadina alle porte del parco, dove soggiorneremo per la notte ed entriamo.

    La prima parte, la Corthouse Towers, è l’unica dove non sono presenti i famosi archi, ma comunque interessante per la presenza di numerosi monoliti di varie forme e di colore rossastro. Spettacolari.

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    Passiamo poi alla “the windows section”, porta di accesso al vero cuore del parco, gli archi. Ne visitiamo uno dopo l’altro, ognuno con la sua forma, ognuno con la sua particolarità, ognuno con la sua storia geologica. L’erosione degli agenti atmosferici ha creato un vero capolavoro della natura e camminiamo tutto il giorno nei vari sentieri ammirando archi splendidi e scorci da cartolina irripetibili. L’infinito paesaggio ci circonda e queste rocce brulle e rosse ci accompagnano ancora una volta tutta la giornata in un’immensità che ci colpisce il cuore fino a farci dimenticare tutto il resto.

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    BRYCE CANYON NATIONAL PARK

    Il Bryce Canyon è un altro parco che si trova nello stato dello Utah e non ha niente da invidiare al Canyon più conosciuto.

    Istituito nel 1928, porta il nome di una famoso Mormone, proprio perché mormoni furono i primi colonizzatori nel 1850. In realtà non è un vero e proprio canyon, piuttosto una serie di anfiteatri con pinnacoli colorati .

    E’ più piccolo rispetto ai primi che abbiamo visitato, ma non per questo meno meritevole. Presenta una superficie di 145 kmq e un’altitudine che varia tra i 2400 e i 2700 metri, la felpa è d’obbligo anche d’estate!

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    La zona attira i visitatori per la particolare conformazione delle rocce, i cui colori vanno dal rosso all’arancione al bianco, formando sfumature naturali spettacolari. Sono i cosiddetti hoodoos, o camini delle fate, rocce alte fino a 30 metri. Uno dei fenomeni più bizzarri che esistano in natura, risultato di millenni di erosione da parte di acqua, vento e neve.

    Io per prima avevo sottovalutato questa visita, pensando al suo fratello maggiore, il Grand Canyon, che mi aveva già tolto il fiato a inizio viaggio. Ma mi sono dovuta immediatamente ricredere al primo punto di osservazione segnalato dalla mappa: mi sembrava di vedere tantissime ballerine che si esibivano in un anfiteatro naturale enorme, colorato e incredibile.

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    Ogni sosta mi lascia sempre più a bocca aperta: gli hoodoos sono perfettamente integrati nel paesaggio con le loro sfumature, le loro strane forme e le loro diverse altezze ricordano davvero una danza della natura.

    Qui abbiamo anche visto il corvo più grande che mi sia mai capitato di incontrare! La fauna americana è così stupefacente e diversa da quella a cui siamo abituati e vederli liberi nel loro ambiente è davvero emozionante. Anche il pinus flexilis, crescendo sui versanti, con le sue radici esterne alla terra per poter sopravvivere, sembra un albero errante che vaga in cerca del suo posto nel mondo.

    Eccezionalmente non attendiamo il tramonto, perché l’aria fresca si fa sentire e rientriamo nel nostro hotel per la notte.

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    GRAND TETON NATIONAL PARK

    Questo parco è stato une vera scoperta, perché non era previsto nel nostro itinerario ma ce ne siamo totalmente infatuati.

    Siamo a Jackson Hole, una cittadina del Wyoming il cui centro richiama volutamente i vecchi paesini western. Siamo già in visibilio appena arrivati, noi che, innamorati del mito del Far West, ci sentiamo nel nostro ambiente, perfettamente a nostro agio. Non resistiamo e acquistiamo un vero cappello da cowboy in uno dei tanti negozietti e decidiamo poi di andare alla scoperta di questo vicino parco.

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    All’apparenza sembra non avere niente di speciale, ma non è così. Percorriamo la Teton Park Road e raggiungiamo il Jenny Lake: il lago più bello del parco, con le sue acque trasparenti e i suoi stupendi scorci. Ci sono altri numerosi laghi e ne fotografiamo qualcuno durante le nostre soste, tra cui il più grande, il Jackson Lake. Su tutto domina il massiccio del Teton Range, la cui vetta più elevata è il Grand Teton che tocca i 4.197 mt di altezza.

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    Attraversiamo il parco con la calma e la tranquillità che merita, perché ci trasmette una quiete incredibile, una serenità che solo la natura sa donare. I suoi laghi, le sue montagne, la sua fauna (abbiamo fortuna anche qui e avvistiamo numerosi alci) sanno regalare una pace interiore unica e ne usciamo rigenerati e soddisfatti.

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    YELLOWSTONE NATIONAL PARK

    Sullo Yellowstone potrei aprire un capitolo a parte per quanto vorrei raccontare….Questo parco era una mia fissa, abbiamo dovuto allungare il nostro tour di moltissimi km per poterlo raggiungere ma non ho mai avuto il minimo dubbio che non ne valesse la pena.

    E’ il più antico parco nazionale del mondo, istituito nel 1872 e la più grande area protetta degli Stati Uniti. Si trova per la maggior parte nello Stato del Wyoming, ma sconfina anche nel Montana e nell’Idaho. Sito UNESCO dal 1978, il suo nome deriva dall’attività vulcanica presente al suo interno, che provoca la tipica colorazione gialla delle rocce per la presenza dello zolfo.

    E’ stato proprio un peccato poterci dedicare un solo giorno, ma abbiamo in parte recuperato restando fino alla chiusura (con conseguente cena molto tardi prima di raggiungere l’hotel a circa 1 ora di distanza).

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    Il parco è noto per i suoi geyser (ben 300) e le oltre 10.000 sorgenti calde, che lo fanno apparire come un mondo a sé, quasi come fossimo vicino al centro della Terra.

    Lo Yellowstone ha un suo ecosistema, al suo interno ci sono paesaggi così diversi tra loro che pare davvero di trovarsi su un altro pianeta.

    Abbiamo cominciato la visita dal West Thumb Geyser Basin, un bacino costellato di piscine, geyser e fumarole che sembrano voler eruttare da un momento all’altro. Acqua bollente sgorga sulla superficie ed è davvero impressionante trovarsi così vicino ad una natura così impervia quanto meravigliosa. Quest’area si trova proprio sulle rive dello Yellowstone Lake con le sue acque calme e cristalline in netto contrasto con le acque calde e agitate dei bacini su cui si affaccia.

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    Attraversiamo la passerella con gli occhi pieni di meraviglia e scattiamo quante più foto possiamo.

    Arriviamo poi al Grand Prismatic Spring, Midway geyser basin e infine Upper Geyser Basin. tutte aree dove tra bacini di acqua che ribolle e geyser non possiamo che rimanere senza parole.

    L’Upper Geyser in particolare è uno dei punti più visitati per la presenza della maggior concentrazione di geyser al mondo, dalle eruzioni prevedibili. Qui si trova l’Old Faithful Geyser, il cui potente getto compare ogni 90 minuti con tutta la sua potenza, arrivando a circa 55 metri di altezza. Lo attendiamo comodamente seduti su una delle panchine appositamente posizionate a semicerchio per i visitatori e quando è il momento ci godiamo a bocca aperta l’esplosione di acqua in tutta la sua forza.

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    Dopo aver attraversato panorami spettacolari tra cascate e montagne, incontrato e chiacchierato con un ranger e avvistato un bellissimo cerbiatto, ci troviamo finalmente davanti ad alcuni bellissimi, maestosi e giganteschi bisonti. Non si può descrivere l’emozione di poter vedere dal vivo, allo stato brado, questo animale iconico americano: affascinati, accostiamo e scendiamo dalla macchina per poterli vedere meglio, senza avvicinarci troppo ovviamente! Loro sono abituati e se ne stanno per conto loro e si fanno osservare quasi con sufficienza in tutta la loro bellezza.

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    Arriviamo infine al Mammoth Hot Springs una serie di terrazze di travertino dalle forme singolari, dove tra stupefacenti sfumature di colori spuntano cascate avvolte dal vapore. Sembrano come cascate d’acqua pietrificate. Impossibile non rimanerne ancora una volta innamorati.

    Avvistiamo parecchi cervi in libertà proprio qui accanto ed è il modo migliore per concludere la nostra incredibile giornata in questo luogo unico al mondo.

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    YOSEMITE NATIONAL PARK

    Eccoci all’ultimo parco del nostro viaggio negli States. Lo Yosemite si trova nello Stato della California, all’interno della catena montuosa della Sierra Nevada ed è patrimonio UNESCO dal 1984 per la sua biodiversità.

    Ci troviamo di nuovo di fronte ad un altro tipo di paesaggio, ma pur sempre spettacolare, con le sue pareti di roccia quasi verticali, i suoi picchi rocciosi, le sue cascate e i suoi laghi.

    Il parco è enorme e anche qui abbiamo dovuto selezionare le tappe migliori. Tra queste la prima è stata il Mariposa Grove, un’area boschiva che include più di 200 sequoie, tra cui il famoso Grizzly Giant che pare abbia più di 2700 anni. Abbraccio uno di questi giganti come a voler imprimere nel mio cuore la serenità che mi trasmette stare totalmente immersa in questa natura secolare. E’ davvero terapeutico!

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    Impressionante pensare che questi alberi così enormi siano così antichi e ancora lì, maestosi e potenti nella loro bellezza, a farci capire la piccolezza dell’uomo di fronte a loro.

    Ci spostiamo verso le Bridal Veil Falls (le cascate del velo della sposa) che purtroppo troviamo in secca, ma il paesaggio circostante è così bello che non rimaniamo troppo delusi. Le enormi rocce, il bosco, il lago con le sue acque cristalline e dai colori strepitosi ci meraviglia, ancora una volta.

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    Andiamo alla ricerca di vari punti di osservazione tra cui i due famosissimi monoliti El Capitan e Half Dome. Dobbiamo fare benzina ma sulla mappa vediamo che sulla strada ci sarà un benzinaio. Peccato che questo sia chiuso e non ne troviamo altri nel giro di molti km! Tra soste per fotografie e ansia a mille per la paura di rimanere a piedi in mezzo alla foresta, riusciamo nonostante tutto a uscire dal parco e fare benzina vicino all’hotel. Ancora oggi ridiamo per questi momenti di panico!

    Ci meritiamo un premio e così ci concediamo un’ora nella piscina coperta e idromassaggio dell’hotel (credo sia stata l’unica volta durante il nostro tour!).

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