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    Irlanda dell'Ovest, cosa vedere per innamorarsene

    2022-08-12 13:00

    Sara

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    Irlanda dell'Ovest, cosa vedere per innamorarsene

    Siamo da poco tornati dalla nostra seconda volta in Irlanda e se possibile me ne sono ancora più innamorata...

     

    Irlanda dell'Ovest

    cosa vedere per innamorarsene

    Siamo da poco tornati dalla nostra seconda volta in Irlanda e se possibile me ne sono ancora più innamorata. L’ho esplorata con la mia famiglia e i miei amici in lungo e in largo per due settimane e tutti noi ci abbiamo lasciato un pezzo di cuore, che prima o poi mi andrò a riprendere…

     

    Per Irlanda dell’ovest intendo il Connemara, la contea di Galway con le isole Aran e contea di Clare, ovvero le zone da noi visitate nel nostro on the road.

    E’ una delle zone che più ho amato, un concentrato di natura, panorami mozzafiato e prati verdi che più verde non si può. Ma d’altronde l’Irlanda è così, ad ogni angolo regala emozioni, in ogni luogo ti fa innamorare, ogni scorcio è un nuovo amore che nasce nel tuo cuore.

     

    In questo articolo vi voglio consigliare cosa fare in questa splendida parte dell’isola di smeraldo, per viverla con i giusti tempi, perché per quanto ami visitare mille cose quando viaggio, in Irlanda DEVI rallentare, devi osservare, devi respirare a pieni polmoni quell’aria frizzante e pura, ammirare ciò che ti circonda e godere a pieno della bellezza. Solo così puoi dire di aver visto davvero quest’isola.

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    Ma cominciamo: il mio consiglio è dedicare almeno tre giorni a questa zona, così come abbiamo fatto noi nel nostro tour.

     

    GIORNO 1: CONNEMARA

    Il Connemara si trova nella contea di Galway ed è giustamente famoso per i suoi bellissimi paesaggi.

    Noi arriviamo dal Donegal per cui abbiamo impiegato parecchio tempo per arrivarci, ma, nonostante il tempo non sia clemente, riusciamo comunque a goderci una giornata piena e intensa.

    Prima tappa: il fiordo. Sì, perché anche l’Irlanda possiede il suo fiordo. L’unico, lungo ben 16 km, ma proprio per questo imperdibile. Siamo al Killary fjord e abbiamo prenotato on line una minicrociera che lo attraversa tutto.

    Carichissimi, armati di piumino e k-way (a fine luglio!) saliamo a bordo e come sempre sono tutti cordiali e sorridenti. Ci accomodiamo ma poco dopo usciamo: è davvero un peccato stare all’interno della barca con lo spettacolo che c’è fuori!

    Stiamo sul ponte tutto il tempo a osservare, sorseggiare una Guinness, la mitica birra irlandese, chiacchierare e scattare fotografie. La giornata è quasi lugubre ma io lo trovo ancora più affascinante e rimango incantata a prua, nonostante il vento e il freddo, fino alla fine.

    La crociera dura circa un’ora e mezza e potete prenotarla a questo link

    Alla fine il comandante ha perfino fatto entrare ogni bambino che c’era a bordo nella cabina del timone per far loro guidare la barca per qualche secondo, con tanto di diplomino. Bambini entusiasti!

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    Scesi dall’imbarcazione, poco distante c’è il “Misunderstood Heron” un notissimo food truck della zona che serve cibo all’aperto con vista sul fiordo. Mi ero segnata questo posticino già due anni fa e non potevo mancare: ho mangiato delle ottime cozze fresche, sotto la pioggia costante, ma felice e soddisfatta (preparatevi però ad un conto non proprio economico!)

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    Tappa successiva: Kylemore Abbey. Sicuramente qualche volta avrete visto l’immagine di questa abbazia molto nota. Si tratta in origine di una residenza fatta costruire da Mitchell Henry per viverci con la moglie Margareth. Mitchell era un mercante londinese che era stato in viaggio di nozze in Connemara. I due coniugi si erano innamorati di questi luoghi e il sogno di Margareth era vivere sulle sponde di questo lago irlandese. Nel 1871 il mercante realizzò questo sogno costruendo Kylemore castle, un’enorme residenza immersa nel verde.

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    Purtroppo la moglie morì per una malattia solo 4 anni dopo e suo marito fece costruire, accanto alla loro casa, una chiesa gotica in suo onore e un mausoleo dove entrambi oggi riposano. Dopo una breve parentesi di proprietà dei duchi di Manchester, il castello fu venduto ad una comunità di suore che lo hanno trasformato in abbazia e che ancora oggi la abitano. Rimangono nascoste ovviamente, mentre una piccola porzione del castello (forse troppo piccola, mi aspettavo di poter visitare più stanze, ma comunque molto belle) rimane visitabile. Il biglietto, da noi acquistato in loco, costa 15 € e comprende anche la visita ai giardini, oltre che alla chiesa.

    La vecchia residenza si compone di stanze ancora arredate, molto stile “Downton Abbey”, eleganti e raffinate, mentre la chiesa svetta in mezzo ai boschi che circondano il castello in tutto il suo stile cupo e affascinante, come piacciono a me.

    I giardini sono il pezzo forte della visita, enormi e super curati, intervallati da una carinissima tea room. Purtroppo il tempo è terribilmente piovoso e ne visitiamo solo una piccola parte, ma sono consigliatissimi in una giornata di sole.

    Salutiamo Kylemore, con la sua imponenza e la sua struggente bellezza che si riflette sul piccolo laghetto su cui si affaccia.

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    Gli irlandesi cenano presto, per noi è tempo di andare a mangiare e poi arrivare in hotel.

    Ma se il tempo ve lo permette, poco distante c’è una breve ma splendida strada panoramica, la Sky Road, oppure potete fare una passeggiata in spiaggia: in zona ce ne sono alcune bellissime, come la famosa Dog’s Bay.

    GIORNO 2: ISOLE ARAN

    Giornata intera dedicata alle isole Aran. Noi abbiamo scelto la più grande delle tre: Inishmore (o Inis mor).

    Ci eravamo già stati 13 anni fa ma era nostro desiderio ritornare perché è uno dei luoghi che preferiamo in assoluto.

    Qualche giorno prima abbiamo prenotato il traghetto, un po’ caro a dir la verità, ma ormai sappiamo che l’Irlanda non è un paese economico! Li potete prenotare qui  e il costo da Rossaveel (circa 45 minuti da Galway) è di 27 € a/r a persona. La tratta dura circa 40 minuti e appena sbarcati ci troviamo di fronte all’unico paesino dell’isola, sul porticciolo, con qualche negozietto e un paio di posti dove mangiare.

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    Sempre qui si trovano tutti i noleggi biciclette: noi l’abbiamo già prenotata on line sul sito di Aran Bike hire e ci siamo trovati benissimo. I costi sono più o meno gli stessi ovunque (i noleggi sono 3 o 4 sull’isola): 20 € per la bici da adulto, 10 € per quella da bambino.

    In realtà ci sono anche altri modi per girare l’isola: a piedi (ma ve lo sconsiglio, ci vorrebbe troppo tempo e in un giorno non vedrete quasi nulla), in bus (ma vi perdereste il bello di potervi fermare quando vi pare), in calesse (che sconsiglio sempre per non affaticare inutilmente gli animali). Il modo migliore a mio pare è appunto in bici, per godere del vento sulla pelle, fermarsi ad ogni scorcio che ci piace e, perché no, fare un po’ di sano movimento! E’ comunque molto faticoso, da un estremo all’altro dell’isola ci si mette circa mezz’ora, ma ne vale assolutamente la pena.

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    Anche così comunque non si può vedere tutto, quindi ecco i nostri stop panoramici, a cui si aggiungono le innumerevoli soste improvvisate un po’ per riprendere fiato, un po’ per scattare splendide fotografie.

    La prima tappa è stata “Seacolony viewpoint” una spiaggia rocciosa dove usano prendere il sole i leoni marini. Noi ne abbiamo visti 4, intenti a riposare e a farsi ammirare orgogliosi. Bellissimi.

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    Proseguiamo e scorgiamo una splendida spiaggia bianca dai colori caraibici: Kilmurvey Beach. Si è fatta ora di pranzo e decidiamo di fermarci a mangiare i panini acquistati al supermercato prima di imbarcarci. Non credevo che l’oceano potesse regalare questi colori: questa sosta si prolunga più del previsto e ci rilassiamo al suono delle onde.

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    É stata poi la volta del sito “Sette Chiese”, dei resti di antiche chiese con cimitero annesso, molto suggestivo, circondato da immensi prati verdi e con l’Oceano in lontananza.

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    Ultima tappa: Dun Aonghasa, un antichissimo forte in cima ad una scogliera che ancora una volta ci regala panorami da togliere il fiato. E’ tempo però di tornare al porto, ma perdiamo il traghetto di rientro per pochi minuti! Poco male, aspettiamo il successivo mentre sorseggiamo una birra rigenerante fresca e gustosa.

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    Sonnecchiamo durante la traversata di rientro e raggiungiamo Galway per la cena: troviamo una cittadina viva, allegra e ricca di musica. Tanta gente riversata per le strade, pronta a vivere la movida dei pub tipica di questa città.

    Tempo di andare a dormire e riposarsi per una nuova giornata!

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    GIORNO 3: GALWAY E SCOGLIERE DI MOHER

    Mattinata dedicata allo shopping per le vie del centro di Galway, mentre immortaliamo i “must see” della città: Eyre Square, Brown Doorway (una vecchia porta di ingresso di una casa ottocentesca, trapiantata sulla piazza principale), Lynch Castle nella via principale, la Long Walk, l’arco spagnolo, infine Claddagh.

    Questo coloratissimo quartiere dà il nome al famoso anello di Galway, simbolo di amore, amicizia e fedeltà. Ovviamente non me lo sono fatta sfuggire ed è stato un graditissimo regalo da parte di mio marito! In città si trova anche un piccolo museo che ne spiega la storia.

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    All’ora di pranzo scopriamo per caso un graziosissimo localino in centro dove servono irish breakfast fino alle 12,45. Decidiamo di fermarci ed è stata un’ottima scelta: il posto si chiama Burgerstory e i ragazzi sono gentilissimi, ti fanno proprio sentire a casa! Oltre a servire cibo ottimo e abbondante.

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    Rifocillati da questo pranzo, partiamo verso un’altra tappa imperdibile, ma prima abbiamo una sosta: il Dunguaire Castle, uno dei castelli più suggestivi e fotografati d’Irlanda.

    La sua costruzione risale al 1520 e ancora oggi è utilizzato per organizzare di tanto in tanto banchetti in stile medievale. Io lo vedo in un giornata di pioggerella sottile, nubi e vento e devo dire che lo trovo molto affascinante: circondato dal verde brillante ormai familiare, da acque che lo riflettono, lascia sbalorditi per la sua bellezza poetica, memore di un passato lontano, ma di cui ancora sembra voler raccontare con la sua possenza.

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    Lasciamo anche questo posto magico e arriviamo alle scogliere di Moher, uno dei luoghi più conosciuti d’Irlanda. Non a torto, direi. La loro immensità, la loro bellezza sono note a tutti, ma averle lì davanti ai tuoi occhi è un’altra cosa. Purtroppo non è ancora uscito il sole e le visitiamo con tante nuvole, ma riusciamo ad ammirarle prima che arrivi la nebbia e le oscuri quasi del tutto.

    Anche in questo caso le abbiamo prenotate on line (sì, si paga l’ingresso, una cifra irrisoria ma si paga), il parcheggio è comodo a 2 minuti dall’ingresso ed eccole lì, di una bellezza disarmante, di una straordinaria grandiosità, si stagliano infinite davanti a me. Indescrivibili, ti lasciano letteralmente senza parole.

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    Le costeggi, le guardi, non sai cosa dire, pensi solo a cosa sia capace la natura. 200 metri di scogliere a picco sull’Oceano, lì, allineate come soldatini, perfette, meravigliose. Scattiamo infinite foto ma non rendono l’idea, e allora imprimo nella mia mente queste immagini, che non dimenticherò mai.

    Poi arriva un nuvolone enorme e poco dopo sono come sparite, offuscate da tutto quel bianco. Anche questo incredibile, unico.

    Anche oggi l’Irlanda ci ha regalato grandissime emozioni. Dobbiamo smaltirle e con gli occhi ancora pieni di meraviglie ci dirigiamo in hotel, non lontano.

    E’ in realtà un B&B e ve lo segnalo perché di un’ospitalità unica e di una bellezza particolare e affascinante. Si chiama The Waters Country House, sembra quasi un’ex residenza d’epoca: il proprietario è un italiano trapiantato qui, dove ha costruito un posto speciale, in cui sgorga una sorgente di acqua fresca, potabile, al servizio di tutti. Le stanze arredate con cura in stile quasi ottocentesco, una sala colazioni che sembra uscita da un castello e un salone comune dove gli ospiti sono liberi di servirsi whisky e bevande calde a qualsiasi ora (basta solo segnare la consumazione su un apposito quaderno, pensate la fiducia che ripone negli ospiti), davanti ad un camino o intorno ad un tavolo a chiacchierare. Ovviamente ci godiamo questo luogo fuori dal tempo e la serata si fa magica.

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    A tarda sera andiamo a dormire, pronti per continuare il nostro on the road.

    Questa zona ci ha regalato momenti splendidi che conserveremo sempre tra i nostri ricordi più belli.